Selvaggina: capriolo in cucina

Il capriolo vive nel fitto della foresta nelle zone boscose come le Alpi , prealpi e sull’appennino. Il maschio medio è alto 65cm e lungo 105cm e pesa circa 25 kg , mentre  la femmina risulta più piccola.
Orecchie grandi e rivestite di peli all’interno, si muovono per percepire qualsiasi segnale di pericolo, la fronte il maschio ha palchi, non sono corna perché sono costituiti da prolungamento dell’osso frontale, che si sviluppano a partire da una base ed si ramifica in tre punte,  la crescita avviene durante l’inverno e si conclude in primavera, ll mantello è di colore bruno rossiccio mentre d’inverno diventa bruno-grigiastro, la caratteristica principale è la macchia bianca sul posteriore.
Il capriolo in cucina: la maggior parte della carne in commercio proviene da animali allevati allo stato semi brado, conferendo alle carni un sapore meno “selvatico”. La sella di capriolo giovane vien usata per cucinare l’arrosto, così come le braciole: risulteranno molto saporiti, ma un po’ fibrose. Stracotti e spezzatini si ottengono con la coscia e la spalla, con gli stessi tagli si realizzano gustosi ragout. La carne del capriolo richiede una “marinatura” che conferirà sapore al piatto, oltre che intenerire la carne.